Alcune immagini dalla mostra “1938-1945. La persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia”.
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Mostra: “1938-1945. la persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti
Alcune immagini dalla mostra “1938-1945. La persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia”.
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Mostra: “1938-1945. la persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti
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NON DIPINTE …godiamoci, si fa per dire, lo spettacolo, dei “custodi della democrazia” in azione per difenderla dai barbari con elmi da vichingo e facce dipinte. Le facce non dipinte dei custodi le conosciamo già, sono quelle di Joe Biden, Kamala Harris e Nancy Pelosi. Niram Ferretti
PERICOLOSI …se qualcuno glielo chiedesse negherebbero, si rifugerebbero nel solito sofisma per cui essere contro Israele non vuol dire essere contro gli ebrei (almeno gli islamisti in questo sono più onesti). Pensano di essere di sinistra, progressisti, rivoluzionari, si considerano mossi dai più nobili motivi. Ma sono pericolosi. Per questo è importante conoscerli e combatterli politicamente, negare loro i mezzi per mettere in atto l’odio bestiale che riemerge ora, dopo tante diverse incarnazioni nella loro “lotta” contro Israele. Ugo Volli
FALSIFICAZIONI Resta il fatto che di questo ammasso di inesattezze e di falsificazioni intenzionali, che farebbe vergognare uno studente di storia del primo anno, se ne sono già vendute un milione di copie nella prima settimana, e sarà tradotto in numerose lingue, per diventare poi un testo di riferimento per intere generazioni. (Michelle Mazel, a proposto del libro Una Terra Promessa, volume 1 delle memorie presidenziali” di Barak Obama)
IL SILENZIO L’ ostilità presente nei media contro il mondo ebraico e in particolare contro il sionismo prende varie forme. Molto diffusa –specialmente quando si tratta degli attacchi terroristici contro Israele- è la tecnica del rovesciamento delle responsabilità che viene raggiunta con l’ inversione della narrazione degli avvenimenti. Nel caso di attacchi missilistici provenienti da Gaza o in quello di aggressioni o di accoltellamenti contro soldati e civili israeliani viene messa in evidenza –soprattutto nella titolazione- la reazione israeliana, mentre l’ atto primario che l’ ha provocata viene messo in secondo piano se non addirittura taciuto. Ma la tecnica più usata e, purtroppo, più efficace è quella del silenzio. Valentino Baldacci, 22 agosto 2019
PER IL BENE DELL’ UMANITA’ Un evento durante il quale, come spesso capita, si troveranno fianco a fianco membri della Sinistra europea e israeliana ossessionati dai diritti umani e promotori del terrorismo. Entrambi accomunati da un odio irrazionale per Israele e imbevuti di mistificazioni della realtà. È facile intuire che il tema della conferenza sarà il “colonialismo israeliano” e il “fascismo sionista”, cioè le menzogne sullo Stato Ebraico che vengono propagandate dal 1967… Il convegno di domani sarà un apice del nuovo antisemitismo – quello mascherato da antisionismo –, che è persino più osceno di quello “tradizionale”. Perché proviene e affiora soprattutto da coloro che pretendono di operare per il Bene dell’umanità e degli oppressi. L’ Informale, 28 novembre 2020
…Rarely does a political issue unite large swathes of Iranian public opinion. In the last 24 hours, though, one such issue has arisen: the demand to halt the impending execution of three young Iranian men, all born in the 1990s, who are in danger of losing their lives just because they followed hundreds of thousands of others in joining the November 2019 protests.
The execution order for Amirhossein Moradi, Saeed Tamjidi, Mohammad Rajabi has been approved by the country’s Supreme Court. The move has outraged a very broad spectrum of Iranians. At the time of writing more than 4.2 million have tweeted using the Persian hashtag #Don’t_Execute_Them,.. (da: Iranwire, su segnalazione di Blogdibarbara)
Se l’islam massacra i cristiani e ha come obiettivo la distruzione di Israele, IO SONO ISLAMOFOBA.
NON È BASTATO Tu mio collega, mio compagno di scuola, mio compagno d’armi, mio vicino, mio segretario di partito, mio amico tu mi hai messo sul treno e mi hai mandato alla morte industrializzata. No, non e’ la bestialità che fa la Shoah quello che e’ stato, ma e’ la sua oscena intimità tra carnefice e vittima. Io sono lo specchio del tuo tradimento, della tua vergogna, di quello che e’ stato, io sono l’ebreo, io sono l’Italiano, io sono dalla tua stessa parte, della stessa nazione e città ma non mi e’ bastato per salvarmi. Aaron Fait, 29 gennaio 2014°°°°°EURABIA…la colonizzazione del nostro continente da parte di masse islamiche con l’acquiescenza del potere politico e intellettuale…UgoVolli 25 marzo 2014°°° Chiunque deve avere il diritto di salire sul Monte: ha diritto di salirvi l’ebreo religioso, ho diritto di salirvi io, laica ma consapevole della mia Storia e delle mie Tradizioni, ha diritto di salirvi il cristiano, tutti devono godere di questo diritto, anche chi vuole fare semplicemente il turista. Il diritto sacrosanto alla libertà! Deborah Fait 14 aprile 2014°°°IMMIGRAZIONE… l’Europa mostra di nuovo la sua piaga, la sua vergogna essenziale con l’aiuto dell’immigrazione musulmana. Ciò crea in un ebreo, posso testimoniare, uno stato di nausea permanente…Fiamma Nirenstein 22 aprile 2014°°°
VELENO L’antisemitismo e’ nuovamente dominante senza che nessuno si preoccupi e protesti. Le manifestazioni antisemite, le aggressioni, le morti, il boicottaggio, il veleno diffuso contro un Paese che vuole esistere e progredire possibilmente in santa pace, sono talmente numerose che i media non ne parlano perche’ riempirebbero le pagine e i tiggi. Deborah Fait, 25 aprile 2014°°°Tutti dovevamo partire per la colpa di essere nati…Liliana Segre
E noi pensavamo, nei rari momenti di delirio ottimista, che dopo la liberazione, se fossimo sopravvissuti, ci avrebbero considerati dei principi in esilio, dei fratelli ritrovati, che ci avrebbero portati in trionfo per farci sentire come l’umanità rimpiangesse quanto eravamo stati costretti a subire! Elie Wiesel, Tutti i fiumi vanno al mare
…il mondo cristiano e non cristiano che, nei secoli, si è ritenuto, e anzi definito, opposto all’ebraismo e dell’ebraismo inevitabile e naturale nemico sta cadendo in pezzi. Pezzi cristiani e pezzi islamici, con un’oscillazione paurosa tra violenza e non violenza, delle religioni orientali. Non c’è più il muro delle grandi religioni che chiudono il ghetto.
Niente lenisce la solitudine di ebrei isolati nelle colate di lava di un mondo che brucia. Ma resta la forza di avere sperimentato a lungo quella solitudine, studiandola, esplorandola, conoscendola. Il lungo training (“sì, sono ebreo”), in condizioni sempre estreme, ha creato un nuovo personaggio nella cultura e nell’organizzazione del mondo a pezzi: l’ebreo come specialista, presente quasi sempre nei gruppi che cercano e progettano la via di fuga dall’autodistruzione in corso, e sanno come farlo.
Non sarà più così facile farne a meno.
Furio Colombo
L’INDIFFERENZA (IlanHalimi) Perché “L’indifferenza uccide” non è un azzeccato slogan di Pubblicità Progresso, bensì una drammatica verità: l’indifferenza, meno di settant’anni fa, ha permesso che sei milioni di esseri umani innocenti fossero condotti al macello, l’indifferenza ha permesso di ignorare migliaia di treni che partivano pieni e tornavano vuoti, l’indifferenza ha permesso, a poche centinaia di metri di distanza, di ignorare l’odore di migliaia di tonnellate di carne umana bruciata; e la stessa indifferenza ha permesso oggi che un ragazzo fosse torturato e ucciso nel cuore di una grande città, ha permesso di ignorare le sue urla strazianti, ha permesso di dimenticare un “mai più” solennemente giurato e mai onorato.” (da “24 giorni. La verità sulla morte di Ilan Halimi). Barbara Mella, Elena Lattes.
Per comprendere le dozzine di attentati terroristici che hanno colpito il mondo occidentale negli ultimi anni (per non parlare di quelli compiuti in Africa, in Medio o Estremo Oriente) basterebbero tre parole: urlava “Allah Akbar”. Odio, violenza, superstizioni, razzismo, misoginia, profonda ignoranza. L’urlo dei deboli, di chi ha una paura fottuta di vivere in un mondo libero ed è talmente egoista e vigliacco da pretendere che anche gli altri si adeguino al suo stile di vita perdente. È l’incapacità di ragionare con la propria testa, delegando qualunque decisione – persino le più intime – ad un libello dettato da un analfabeta 1400 anni fa. Conforto, protezione, speranza, sicurezza, serenità, un senso a ciò che si fa. Queste sono alcune delle cose che una persona, credo, cerchi in una religione. L’islam è in grado di offrire tutto ciò? Roberto Giovannini (da Facebook, 1 novembre 2017)
…quanta malafede, quanta falsità, quanto odio, quanto marciume, quanto putridume ci vuole, da parte di politici e giornalisti, per gridare alla strage da parte dell’esercito israeliano, alla carneficina, al bagno di sangue, per invocare inchieste e sanzioni, per chiamare nazisti gli israeliani e non chi, oggi come ieri, dei nazisti persegue lo stesso identico programma contro lo stesso identico obiettivo? Barbara Mella
Riguardo alle delibere Unesco e Onu sull’importanza di Gerusalemme per Ebraismo, Cristianesimo e Islam, si vorrebbe pensar bene. Invece, circa il Monte del Tempio, i nomi appaiono solo in arabo e la pregnanza spirituale riconosciuta è solo islamica. Inoltre, compaiono riferimenti unilaterali alle violenze da parte ebraica, senza menzione alcuna circa i terroristi islamici e le efferatezze di cui, da sempre, sono vittime gli israeliani. Uno sguardo, infine, ai Paesi firmatari, per lo più islamici, molti dei quali non democratici, almeno per come è inteso in Occidente tale aggettivo; Paesi in cui è sconsigliabile e pericoloso appartenere a minoranze religiose (pena sottomissione o persecuzione), essere donna o gay. La domanda è semplice: il Monte del Tempio è un sito solo islamico? Il muftì di Al-Aqsa, M. A. Hussein, sostiene addirittura che non sia mai esistito alcun Santuario sul Monte del Tempio, ma solo una moschea. Da sempre! E così, nella dichiarazione Onu-Unesco, la passata e presente memoria ebraica del Tempio scompare, nonostante Salomone, Erode, l’ebreo Gesù di Nazareth che vi pregò e i Romani che lo distrussero; nonostante migliaia di ebrei abbiano nei secoli successivi, non appena veniva concesso loro, continuato a recarvisi e a pregarvi; nonostante Karl Marx si sia lamentato per come i musulmani colà affliggessero gli ebrei; nonostante Freud, Einstein, Wiesel, Levinas, Buber e tanti altri (in teoria molto amati dagli occidentali); nonostante Shimon Peres, per cui i governanti italiani hanno versato lacrimucce. Meno male che, prima che della pace, Peres si preoccupò della sicurezza di Israele! La preghiera alla Spianata è riservata ai musulmani, che l’hanno interdetta a cristiani ed ebrei (a differenza del Muro, accessibile a chiunque). Perché alcuni ebrei potessero pregarvi, è stato necessario proteggerli con l’impiego di militari. Assieme ai check-point per contenere gli attentati e agli studi biblico-archeologici in loco, che — quale stranezza! — rinvengono reperti della storia ebraica, questi sarebbero i crimini degli israeliani controllanti il sito. E che dire del luogo (Hebron) ove sono sepolti Abramo, Isacco e Giacobbe — i Patriarchi del popolo ebraico — , definito con nomenclature solo islamiche? Dietro alla clamorosa infamia politico-ideologica perpetrata, dimora un assunto teologico che i Paesi musulmani firmatari non dichiarano: secondo la loro tradizione religiosa, Abramo avrebbe legato sul Monte Moriah Ismaele e non Isacco, e la Bibbia, alterata a loro avviso dagli ebrei, risulterebbe falsa e ogni pretesa ebraica, dunque, illegittima. La Bibbia precede di secoli il Corano e la storia ebraica e cristiana, come pure ellenistica, romana e bizantina, narra ben altri fatti, comprovati peraltro da testimonianze archeologiche e filologiche. Per il muftì, invece, c’è la moschea dall’origine del mondo! Questo è il cul de sac in cui ci troviamo: la necessità di garantire degna libertà di culto a tutti e drammatiche omissioni più chiare di mille parole, almeno per chi sa leggerle. A peggiorare le cose, ecco i Paesi europei (Italia inclusa), con la morale astensionistica (anzi anti sionistica!), con cittadini musulmani da ingraziarsi più numerosi degli ebrei, con i ricatti economici dei Paesi islamici e, prima di tutto, con un’assordante pusillanimità culturale e morale. E i cristiani europei, i rappresentanti e le forze politiche dove sono? È nobile e doveroso l’impegno per la pace (che noi ebrei condividiamo). Ne consegue che è parimenti nobile e doveroso affrontare il reale con le sue difficoltà e spigolature: tacere sulla santità e significanza del Monte del Tempio per gli ebrei, è tacerlo anche in relazione al Cristianesimo. Anzi, negando agli uni ciò, lo si nega ai secondi, facendone rovinare a terra l’edificio religioso e simbolico. Ma anche da questi pulpiti silenzi e buonismo imperante. Dissimulato marcionismo di ritorno? Devo dedurre che il dialogo ebraico-cristiano è stato ed è una farsa? La storia attesta che, quando dominata da cristiani o musulmani, Gerusalemme spesso risultò inaccessibile ai due restanti monoteismi. Pur con difficoltà e limiti, è divenuta città accogliente qualunque pellegrino (come pure chi non ha fede) solo da quando c’è lo Stato di Israele, e questo è un dato incontrovertibile. Se si può negare il riferimento specifico fondamentale e fondante del Monte del Tempio all’Ebraismo e agli ebrei, si può negare tutto, radicalmente, e cancellare, dopo la storia e le sue evidenze, gli esseri umani. Negazionismo sub utraque specie . E può accadere ovunque e non solo agli ebrei! Israele si conferma necessario e indispensabile freno a tale abominio, ed è doveroso l’appoggio dei Paesi liberi, altrimenti in contraddizione con loro stessi. Infine, se l’Italia non è riuscita a essere ferma su questo (sconfessando Spadolini e altri), mi chiedo come possa essere un credibile «agente di pace» in Medio Oriente. Da superstite della Shoah, da italiano e da ebreo, dinanzi a tale sì vile e infamante astensione, ritengo che, signori politici italiani, alle Giornate della Memoria e della cultura ebraica, dovreste starvene a casa vostra e non nausearci con discorsi melensi e ipocriti, per di più postumi, sconfessati dalle vostre stesse pratiche. Rav Giuseppe Laras, 20 ottobre 2016
Cari amici,
oggi è il Giorno della memoria e una legge dello stato, che viene addirittura da una deliberazione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ci impone di ricordare. Ricordare che cosa? L’apertura del campo di Auschwitz avvenuta il 27 gennaio del 1945, che segnerebbe simbolicamente la fine del genocidio degli ebrei. Ho le mie riserve, penso che la Shoà non sia finita allora e che per certi aspetti importanti si cerchi di continuarla ancora oggi, ma obbedisco. Ricordo. Non però solo quel che vogliono loro. Non solo che qualche ebreo ce l’ha fatta ad uscire dall’inferno.
Ricordo che gli ebrei erano stati rinchiusi nei campi senza grandi opposizioni della comunità internazionale, che le notizie che giravano sullo sterminio fin dal 1942 erano state occultate al pubblico internazionale e in particolare americano dall’amministrazione Roosevelt con la complicità della stampa anche quella di proprietà ebraica come il New York Times. Ricordo che i fuggitivi dal genocidio erano stati respinti da tutti i paesi del mondo e che in particolare la Gran Bretagna era stata attiva a impedire in tutti i modi e soprattutto con le armi il tentativo delle vittime di trovar rifugio in terra di Israele. Ricordo che a parte pochissimi esempi nel mondo come Danimarca Bulgaria e Marocco i governi europei erano stati solerti nel consegnarli ai loro carnefici.
Ricordo che la popolazione civile, anche quella italiana, aveva in grande maggioranza collaborato con le stragi, denunciando gli ebrei, perseguitandoli e depredandoli, prima, durante e anche dopo (per esempio in Polonia) lo sterminio industriale nei campi. Ricordo che questa complicità si era esercitata abbondantemente in Italia, a proposito delle leggi razziste e poi riguardo agli snodi italiani dello sterminio, come la Risiera di Trieste o il campo di smistamento di Fossoli. Ricordo il silenzio di Pio XII, che da decenni la Chiesa cerca invano di scusare senza rilasciare i documenti di quegli anni (ma ricordo anche i buoni cristiani che agirono secondo coscienza salvando chi poterono).
Ricordo il trattamento indegno che i sopravvissuti ricevettero tornando a casa, per esempio in Olanda; ma anche gli ammonimenti di Croce e Merzagora perché le vittime non esagerassero chiedendo indietro quel che era stato loro sottratto durante le persecuzioni. Ricordo le violente e sanguinose espulsioni degli ebrei dai paesi mediorientali in cui vivevano da secoli e secoli, prima dell’invenzione dell’islam. Ricordo le guerre, il terrorismo, i massacri con cui gli arabi cercarono di impedire la nascita di Israele e di distruggerla dopo la sua costituzione. Ricordo l’alleanza degli arabi e in particolare del movimento palestinista con Hitler. E ricordo pure che quando Netanyahu ricordò questa semplice verità, fu sottoposto a un pubblico linciaggio, cui contribuirono gli utili idioti della sinistra ebraica.
Ricordo che le Nazioni Unite, che ci dicono oggi di ricordare, debbono farsi dimenticare il voto con cui dichiararono che il sionismo – il movimento nato per realizzare la salvezza degli ebrei dallo sterminio restituendo loro la patria da cui erano stati violentemente espulsi – era una forma di razzismo. E ricordo che con quella mozione le Nazioni Unite, il suo consiglio per i diritti umani, la sua sezione culturale UNESCO, e molti altre sue articolazioni, dovrebbero ricordarsi di cancellarne le altre centinaia con cui hanno cercato di colpevolizzare ed eliminare simbolicamente Israele. Ricordo anche che la loro articolazione operativa in Israele e dintorni, l’UNRWA, ha appoggiato in tutti i modi i terroristi, ha ospitato nei suoi edifici i loro depositi d’armi, i loro comandi, i loro cecchini, salvo lamentarsi del fatto che l’esercito israeliano rispondeva al fuoco; e ha messo a disposizione le sue scuole per la diffusione dell’ideologia antisemita e genocida del palestinismo. Ricordo che l’Unione Europea, dove si celebra maggiormente il giorno della memoria, sta riproducendo la mossa nazista della stella gialla marcando i prodotti della Giudea e Samaria, in evidente preparazione di un boicottaggio, anche se ipocritamente nega questa intenzione; ricordo che il suo parlamento e molti parlamenti degli stati membri hanno riconosciuto la “Palestina”, uno stato inesistente il cui solo senso è di cercare di realizzare una nuova Shoà contro Israele. Ricordo che i fondi europei finanziano gli stipendi che l’Autorità palestinese paga ai terroristi, pagano le Ong che preparano provocazioni e danno soldi agli arabi per fare disordini, sono usati per violare la legge israeliana e aiutare a stringere l’assedio terrorista a Israele.
Ricordo infine che l’altro ieri Renzi e Mattarella, ieri il papa hanno ricevuto con tutti gli onori il capo di uno stato ufficialmente negazionista, che propaganda come sua missione storica la distruzione dello stato di Israele, cioè l’Iran. In quel momento si sono dimenticati di tutte le loro parole sul diritto di Israele a esistere, come oggi si dimenticheranno le cordialità che si sono scambiati con chi vuole eliminare lo stato di Israele (e cioè gli ebrei) dalla faccia della terra. Ricordo la loro doppia dimenticanza, prometto di non dimenticarla.
Ricordo molte altre cose, che non ho il tempo di dire qui. Ma tutto questo ricordo mi basta per sapere quanto c’è di falso e di ipocrita in questo Giorno. Magari a qualcuno, che non sa, servirà a conoscere qualcosa dei crimini antisemiti che fanno parte dell’identità europea, come di quella islamica. Ma non basta.
Ugo Volli, 27 gennaio 2016
Magazine edito da “Federazione Italia Israele”
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How to say no to anti-semitism and anti-zionism
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