Penso adesso che l’ umorismo in fondo è concausa della claudicanza: decentra, spiazza. Non è il riso sguaiato di chi ride perché gode nel rovesciarti in faccia l’ ineluttabilità del tuo destino. Per il popolo selenico d’ Israel ridere non è un verbo transitivo, non si ride mai dell’ altro, ma riflessivo. Si ride sempre di sé.
Haim Baharier ha tenuto a Roma, al teatro piccolo Eliseo diretto da Luca Barbareschi, una serie di 6 lezioni di esegesi biblica: Eva, Adamo e la mela, Mio fratello Caino è figlio unico, L’Arca di Noè, un vascello al posto della parola, La Babel Tower, Isacco non è un caprone, Giacobbe o la strategia della lenticchia.
Il sorriso nasce da una contraddizione interna che l’ abilità di chi racconta storielle riesce a proiettare e camuffare negli altri.
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Haim Baharier, La valigia quasi vuota