Subito dopo la Seconda Guerra mondiale, tra i reduci dei campi di concentramento nascono pochi figli, uno, al massimo due.
I concentrazionari concentravano: bocche sparute per tutto ciò avevano o avrebbero guadagnato. Soldi, cultura, studi, per invincibili soldati del mondo, mai più remissivi al destino.
I nazisti s’inebriavano di eugenetica d’assalto, isolare il positivo ed eliminare il negativo; tra i reduci, inconsapevolmente, ci si cimentava in un sogno diametralmente opposto: il riscatto della scoria.
A strappare questo progetto latente dall’inconscio contribuì di certo Chouchanì; lo rese visibile e lo mutò: da reazione istintiva, da riflesso condizionato, a possibile orizzonte.
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Haim Baharier, La valigia quasi vuota