Personalmente sono persuaso che il trapianto dello Stato d’Israele nel Medioriente finirà col prevalere sulle forze arabo-islamiche di rigetto; e che forse solo allora, dotato di un cuore nuovo e giovane, il mondo arabo riuscirà a tirarsi fuori dall’ arretratezza politica, sociale ed economica in cui è costretto a trascinarsi specialmente a causa dell’ipnosi della guerra agli ebrei.
Dunque, che gli sceicchi, gli emiri, i califfi con i loro forzieri pieni di oro pratichino pure la politica dell’antisemitismo più brutale, ma poniamo i governi democratici e le opinioni pubbliche, in primo luogo quelli dell’Europa e degli Stati Uniti, di fronte alle loro responsabilità, nella consapevolezza che Israele, coscienza e rimorso del mondo, è la nostra frontiera.
Israele rappresenta il virgulto più rigoglioso della civiltà occidentale, di quella che essa fu nei suoi momenti più alti. È la frontiera che tutti gli uomini civili sono impegnati a sostenere e a difendere. Israele è ognuno di noi. Israele vivrà.
Il giornalista Giulio Meotti conclude il suo libro con questa bellissima certezza: Israele vivrà.
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Coltivare l’odio
Il termine “Palestina” nei testi scolastici palestinesi è riferito a tutta l’area fra il fiume Giordano ed il Mar Mediterraneo, includendo anche l’intero territorio dello Stato d’Israele. Per contro, nel mostrare il numero di abitanti di detta area, viene menzionata la sola popolazione araba, inclusi gli arabi-israeliani, nonché i palestinesi che vivono all’estero.
Il * Il termine “Palestinese dell’Interno” (al-dakhel) è usato per indicare i cittadini israeliani di nazionalità araba, un espediente semantico per negare l’esistenza di Israele evitando di pronunciarne il nome. L’unica menzione della popolazione ebraica nella regione è per spiegarne la crescita numerica, come esclusiva conseguenza dell’immigrazione, ignorando del tutto la sua naturale crescita. “L’mmigrazione costituisce il fattore fondamentale nella crescita della popolazione ebraica in Palestina.” (Principles in Human Geography, Grade 6, p. 23) “L’immigrazione dei coloni ebraici.” (The Palestinian Society – Demographic Education, Grade 11, p. 9) |
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(Foto e testo in rosso tratti dal sito: Digilander)
Israele vivrà anche se nelle scuole palestinesi viene inculcato il veleno nei cuori dei piccoli: le nuove generazioni, sicuramente più intelligenti e consapevoli, sapranno uscire dall’ ”ipnosi” della guerra e dell’odio.
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Giulio Meotti, Muoia Israele. La brava gente che odia gli ebrei