Il passaggio dal giudaismo al cristianesimo, di cui sto leggendo nel libro “A History of the Jewish”, è stato sempre per me un momento misterioso, oscuro, quasi incomprensibile. Paul Johnson traccia il percorso offrendo alla mia lettura un quadro chiaro di quegli avvenimenti lontanissimi.
Gesù, dotto ebreo, e Paolo di Tarso affondano le loro radici nel giudaismo, nessuno dei due nega il valore etico e morale della Legge. Paolo, mentre conferma che le opere buone sono una condizione per far parte del Nuovo Patto, aggiunge che esse non sono comunque sufficienti per ottenere la salvazione. E dopo che Gesù ha tratto dal giudaismo l’eredità dell’universalismo, Paolo porta questa idea tra gli ebrei della diaspora e tra i gentili: gli uomini possono avere la fede per il solo fatto di essere uomini. Finora i riformatori ellenizzanti hanno cercato di universalizzare dall’alto alleandosi con ricchi e potenti e con gli eserciti, ora Gesù e Paolo vogliono universalizzare dal basso.
Gesù vuole che si affermi lo spirito e non la lettera come essenza della Legge e si avvicina a ignoranti e disprezzati. Paolo raccoglie il suo messaggio e lo porta del tutto al di fuori della Legge.
La parte di umanità che era pronta per questo messaggio e lo attendeva era enorme. La diaspora, attraverso la quale Paolo e altri viaggiavano continuamente, era vasta. Il geografo romano Strabone diceva che gli ebrei erano una potenza in tutto il mondo abitato. Ce n’era un milione nel solo Egitto. In Alessandria, forse la città più grande del mondo dopo la stessa Roma, essi formavano una maggioranza in due quartieri su cinque. Erano numerosi a Cirene e a Berenice, a Pergamo, a Mileto, a Sardi, ad Apamea in Frigia, a Cipro, ad Antiochia, a Damasco e a Efeso e su entrambe le rive del mar Nero. Erano a Roma da duecento anni e ora vi costituivano una cospicua colonia; e da Roma si erano diffusi in tutta l’Italia urbana, e poi in Gallia e in Spagna e al di là del mare nell’ Africa nordoccidentale.
Rovine della città di Apamea in Siria
Il monoteismo etico era un’idea ebraica ma i cristiani la portano nel mondo. Lo scontro col mondo greco-romano (l’ultima rivolta, conclusa con la distruzione del Tempio di Salomone, è del 66-70 d.C.) stacca definitivamente il ramo cristiano dell’ebraismo dal tronco ebraico.
Molto in sintesi, è avvenuto questo. Ma c’è qualcosa di nuovo. Se un sentimento antisemita esisteva già dall’ antichità, ora si va sviluppando un’ostilità vera e propria nei confronti del monoteismo ebraico: le dicerie e le accuse contro gli ebrei vengono inventate, ripetute, propagate non solo dal popolo ma anche dagli intellettuali greci. Secoli dopo, nel 1879, viene coniata la parola “antisemitismo”.
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Paul Johnson, Storia degli ebrei