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Senza mai dimenticare Gerusalemme →

Corale di Palmi

Pubblicato il 31 dicembre 2015 da Velia Loresi

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    ODIO BESTIALE…non vi è stata mai, ad Auschwitz come negli Shtetl, nessuna “banalità del male”, checché ne dica Arendt; che la Shoah è stato odio bestiale, la più sadica crudeltà, sete di sangue da parte di individui che provavano piacere ad ammazzare uomini, donne e bambini solo perché appartenenti alla “razza” che odiavano. Ugo Volli

    BANALIZZAZIONE Nella storia non c’è nulla di paragonabile alla Shoà per tragicità e punto più basso toccato dall’ umanità. Utilizzare per vicende ben diverse un concetto che definisce chi nega il genocidio nazista, mettere sullo stesso piano concettuale e linguistico chi parla d’ altro è per estensione una svalutazione della Shoà, una sua banalizzazione: la trasforma in qualcosa di uguale a tante altre vicende la fa diventare frequente e ripetibile, non più unica. Le parole contano: usare il termine negazionismo per chi parla di virus o di clima ridimensiona il “peccato” di chi nega l’ Olocausto. Danilo Taino, 1 novembre 2020

    NON DIPINTE …godiamoci, si fa per dire, lo spettacolo, dei “custodi della democrazia” in azione per difenderla dai barbari con elmi da vichingo e facce dipinte. Le facce non dipinte dei custodi le conosciamo già, sono quelle di Joe Biden, Kamala Harris e Nancy Pelosi. Niram Ferretti

    PERICOLOSI …se qualcuno glielo chiedesse negherebbero, si rifugerebbero nel solito sofisma per cui essere contro Israele non vuol dire essere contro gli ebrei (almeno gli islamisti in questo sono più onesti). Pensano di essere di sinistra, progressisti, rivoluzionari, si considerano mossi dai più nobili motivi. Ma sono pericolosi. Per questo è importante conoscerli e combatterli politicamente, negare loro i mezzi per mettere in atto l’odio bestiale che riemerge ora, dopo tante diverse incarnazioni nella loro “lotta” contro Israele. Ugo Volli

    FALSIFICAZIONI  Resta il fatto che di questo ammasso di inesattezze e di falsificazioni intenzionali, che farebbe vergognare uno studente di storia del primo anno, se ne sono già vendute un milione di copie nella prima settimana, e sarà tradotto in numerose lingue, per diventare poi un testo di riferimento per intere generazioni.  (Michelle Mazel, a proposto del libro Una Terra Promessa, volume 1 delle memorie presidenziali” di Barak Obama)

    IL SILENZIO L’ ostilità presente nei media contro il mondo ebraico e in particolare contro il sionismo prende varie forme. Molto diffusa –specialmente quando si tratta degli attacchi terroristici contro Israele- è la tecnica del rovesciamento delle responsabilità che viene raggiunta con l’ inversione della narrazione degli avvenimenti. Nel caso di attacchi missilistici provenienti da Gaza o in quello di aggressioni o di accoltellamenti contro soldati e civili israeliani viene messa in evidenza –soprattutto nella titolazione- la reazione israeliana, mentre l’ atto primario che l’ ha provocata viene messo in secondo piano se non addirittura taciuto. Ma la tecnica più usata e, purtroppo, più efficace è quella del silenzio. Valentino Baldacci, 22 agosto 2019

    PER IL BENE DELL’ UMANITA’ Un evento durante il quale, come spesso capita, si troveranno fianco a fianco membri della Sinistra europea e israeliana ossessionati dai diritti umani e promotori del terrorismo. Entrambi accomunati da un odio irrazionale per Israele e imbevuti di mistificazioni della realtà. È facile intuire che il tema della conferenza sarà il “colonialismo israeliano” e il “fascismo sionista”, cioè le menzogne sullo Stato Ebraico che vengono propagandate dal 1967… Il convegno di domani sarà un apice del nuovo antisemitismo – quello mascherato da antisionismo –, che è persino più osceno di quello “tradizionale”. Perché proviene e affiora soprattutto da coloro che pretendono di operare per il Bene dell’umanità e degli oppressi. L’ Informale, 28 novembre 2020

     

     

  • Bello il nome Shalom, ma…

  • …no all’ accoglienza indiscriminata!

  • Bandiera israeliana accompagnata da uno striscione con la scritta “Grazie Mossad”, issata su un ponte a Teheran: evidente riferimento all’uccisione in Iran, il 27 novembre 2020, dello scienziato nucleare iraniano Mohsen Fakhrizadeh- (da: Israele.net, 9 dicembre 2020)

  • Tre giovani iraniani condannati a morte

    …Rarely does a political issue unite large swathes of Iranian public opinion. In the last 24 hours, though, one such issue has arisen: the demand to halt the impending execution of three young Iranian men, all born in the 1990s, who are in danger of losing their lives just because they followed hundreds of thousands of others in joining the November 2019 protests.

    The execution order for Amirhossein Moradi, Saeed Tamjidi, Mohammad Rajabi has been approved by the country’s Supreme Court. The move has outraged a very broad spectrum of Iranians. At the time of writing more than 4.2 million have tweeted using the Persian hashtag #Don’t_Execute_Them,.. (da: Iranwire, su segnalazione di Blogdibarbara)

     

  • Demonizzazione, Doppio Standard, Delegittimazione

    https://youtu.be/mn-yq6By82E
  • Le 4 postazioni

    Jpeg
    Jpeg
  • Se l’islam massacra i cristiani e ha come obiettivo la distruzione di Israele, IO SONO ISLAMOFOBA.

  • Do not test Israel’s resolve!

  • Meglio ridere!

    https://youtu.be/rDeWvPOORHs
  • Disponibile

    Prego cortesemente di avvertirmi se, per alcune foto prese da Internet e pubblicate su questo spazio, si ritiene che siano stati violati i diritti d’autore. Sono disponibile a cancellarle immediatamente.
  • Per Israele

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  • Non è bastato

    NON È BASTATO Tu mio collega, mio compagno di scuola, mio compagno d’armi, mio vicino, mio segretario di partito, mio amico tu mi hai messo sul treno e mi hai mandato alla morte industrializzata. No, non e’ la bestialità che fa la Shoah quello che e’ stato, ma e’ la sua oscena intimità tra carnefice e vittima. Io sono lo specchio del tuo tradimento, della tua vergogna, di quello che e’ stato, io sono l’ebreo, io sono l’Italiano, io sono dalla tua stessa parte, della stessa nazione e città ma non mi e’ bastato per salvarmi. Aaron Fait, 29 gennaio 2014°°°°°EURABIA…la colonizzazione del nostro continente da parte di masse islamiche con l’acquiescenza del potere politico e intellettuale…UgoVolli 25 marzo 2014°°° Chiunque deve avere il diritto di salire sul Monte: ha diritto di salirvi l’ebreo religioso, ho diritto di salirvi io, laica ma consapevole della mia Storia e delle mie Tradizioni, ha diritto di salirvi il cristiano, tutti devono godere di questo diritto, anche chi vuole fare semplicemente il turista. Il diritto sacrosanto alla libertà! Deborah Fait 14 aprile 2014°°°IMMIGRAZIONE… l’Europa mostra di nuovo la sua piaga, la sua vergogna essenziale con l’aiuto dell’immigrazione musulmana. Ciò crea in un ebreo, posso testimoniare, uno stato di nausea permanente…Fiamma Nirenstein 22 aprile 2014°°°
    VELENO L’antisemitismo e’ nuovamente dominante senza che nessuno si preoccupi e protesti. Le manifestazioni antisemite, le aggressioni, le morti, il boicottaggio, il veleno diffuso contro un Paese che vuole esistere e progredire possibilmente in santa pace, sono talmente numerose che i media non ne parlano perche’ riempirebbero le pagine e i tiggi. Deborah Fait, 25 aprile 2014°°°Tutti dovevamo partire per la colpa di essere nati…Liliana Segre

  • Rosa di Gerico

    Quel bulbo persiano è anche noto come la "pianta della resurrezione", perché può vivere senza acqua e "risorge" quando l'acqua diventa disponibile. Israele è come questo bulbo, un paese che è risorto cinque volte e cinque volte è uscito vittorioso dalle guerre che volevano cancellarlo dalla faccia della terra. Giulio Meotti, Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri d'Israele
  • Pensavamo

    E noi pensavamo, nei rari momenti di delirio ottimista, che dopo la liberazione, se fossimo sopravvissuti, ci avrebbero considerati dei principi in esilio, dei fratelli ritrovati, che ci avrebbero portati in trionfo per farci sentire come l’umanità rimpiangesse quanto eravamo stati costretti a subire! Elie Wiesel, Tutti i fiumi vanno al mare

  • Shavuot e la nostra Storia per reagire a Sarona

    Gli Stati Uniti hanno raccomandato a Israele di non punire tutti i palestinesi perchè, poverini, mica tutti sono cattivi. Mica tutti hanno partecipato all'attentato di Tel Aviv che mercoledì sera ha fatto 4 vittime più numerosi feriti. E quali sarebbero i buoni? Quelli che da mercoledì fanno festa per le strade con dolci e fuochi d'artificio? Nei filmati si vedono anche donne e bambini far festa per i nostri morti, saltano e ballano neanche fosse carnevale, non sono terroristi ma li adorano e li ammirano e li ringraziano per aver ammazzato quattro ebrei, solo quattro, certamente speravano di più. O forse i buoni sono quelli tra loro che dicono sottovoce, più vigliacchi di tutti "benissimo, evviva, ma adesso come reagirà Israele?". E come reagisce Israele? Non li fa entrare momentaneamente nel suo territorio, non gli permette di andare sul Monte del Tempio per festeggiare anche là durante il Ramadan, cancella i permessi. Mi sembra il minimo anche se agli israeliani dispiace, li ho sentiti per la strada, nei bar, sono dispiaciuti perchè credono nell'umanità, nella democrazia, hanno una pazienza indicibile...."in fondo è Ramadan"... dicono in tanti. Io no! Io non ho tutta questa pazienza, io ad ogni attentato divento furibonda! Sono andati a Sarona i due assassini..."erano vestiti eleganti", racconta una testimone, "all'italiana". Sono andati in uno dei quartieri più belli di Tel Aviv, si sono seduti, giacca e cravatta, hanno ordinato, poi si sono alzati e hanno incominciato e sventagliare le persone colle loro mitragliette. A terra sono rimasti Ido, un manager la cui moglie è ancora grave all'ospedale; Michael, antropologo dell'Università Ben Gurion nel Neghev; Mila , assistente sociale, e Ilana che lascia quattro bambini ed era andata a festeggiare un compleanno. Gli assassini invece sono vivi e uno, ferito da un poliziotto, lo stiamo curando nello stesso ospedale in cui sono ricoverate le sue vittime. I festeggiamenti dei palestinesi a Ramallah, a Gaza e in giro per territori in cui vivono sono quanto di più disgustoso si possa immaginare, non ne siamo sorpresi perchè è il loro comportamento abituale dopo ogni attentato e più numerose sono le vittime più loro saltano e ballano e distribuiscono dolci e bevande. No, non ne siamo sorpresi ma lo schifo è assoluto perchè solo chi è avvelenato di odio può festeggiare in modo così ripugnate e turpe la morte di persone innocenti . Il mio schifo, e voglio usare proprio questa parola forte, va anche a quelli che gustificano, che prendono le distanze, che dicono "E' colpa dell'occupazione". Si, mi fanno schifo! Occupazione de che? Della Giudea , di Samaria , di Gerusalemme? Quella è roba nostra da sempre! Non esiste nella storia una Giudea araba, non esiste nella storia una nazione di nome Palestina, inoltre gli imbecilli che dicono "è colpa dell'occupazione" non ricordano che Israele ha abbandonato Gaza dove il governo è palestinese, dove non esiste più da anni un ebreo? E quale è stato il risultato? Che sono peggio di prima, se possibile, che ci hanno colpiti per 10 anni con migliaia di missili, che continuano a promettere la distruzione di Israele. Non sono "occupati" ma non gli basta perchè è la distruzione di Israele che vogliono. Se Israele consegnasse loro Giudea e Samaria, quei territori diventerebbero come Gaza e sarebbero occupati da Hamas e dall'Isis che è presente nel Sinai e ha regolari incontri con i palestinesi. E non si incontrano certo per bere un caffè in allegria ma per organizzare la morte di altri ebrei, per sognare insieme l'eliminazione di Israele! E mi fanno schifo i giornalisti della CNN che hanno messo la parola terroristi fra virgolette e tutti i media internazionali che cercano in tutti i modi di trovare sinonimi di terrorismo. Non c'è pietà per Israele, si cerca sempre qualcosa per giustificare le belve, per mandare tra le righe il messaggio...si si vabbè, Israele se l'è cercata... Mi fanno schifo i giornalisti che parlano di Tel Aviv definendola capitale di Israele, un po' per una loro ideologia antisionista/antisemita, un po' per fifa nera degli arabi loro amici. http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=11&sez=120&id=62693 Ugo Tramballi del Sole 24 Ore, oltre a far passare la bella Tel Aviv per capitale di Israele, oltre a scrivere molte odiose, ignobili inesattezze sulla politica di Israele, sui "terroristi/povere vittime" e "sulle vittime/colpevoli brutte e cattive" parla di "guerra" . Ma che guerra e guerra, I palestinesi, gli arabi non fanno la guerra, non sanno combattere a viso aperto, preferiscono la vigliaccheria cinica e sanguinaria del terrorismo, non gli interessa la guerra , loro vogliono una cosa sola : DISTRUGGERE ISRAELE. Intanto Tel Aviv ha ricominciato a vivere, come sempre succede in Israele, si pulisce, si lava via l'orrore, e si pensa alla vita, al lavoro e al domani. E' questo grande coraggio che fa di Israele un esempio che molti odiano e non riescono a capire. Vorrebbero vederci in ginocchio a tremare di paura e sono delusi e rabbiosi. Reagiremo a Sarona festeggiando con forza Shavuot quando D.o ha consegnato alla Nazione ebraica la Torah. Lo festeggeremo anche per i nostri morti. Le strade di Israele saranno percorse da giovani che ballando e cantando porteranno i Rotoli della Torah tra la gente. Nelle sinagoghe si leggeranno con commozione le parole di Ruth, la moabita, a Noemi, l'ebrea. Mi piace ricordarle ogni anno perchè le ritengo la più bella dichiarazione d'amore e fedeltà di tutti i tempi, amore per Israele che l'aveva accolta e per la persona cui era legata: "Non pregarmi di lasciarti per andarmene via da te, perchè dove andrai tu andrò anch'io e dove starai tu io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu morirò anch'io e là sarò sepolta. Che il Signore mi tratti col massimo rigore se altra cosa che la morte mi separerà da te". Deborah Fait, 11 giugno 2016
  • L’evidenza dell’odio

    Cari amici, bazzicando, per potervi scrivere queste cartoline, anche nei luoghi meno simpatici del web, mi viene spesso un pensiero. Vi assicuro è un pensiero personale, una preoccupazione vera, un dubbio che mi colpisce profondamente. Non un argomento propagandistico, magari anche giustissimo, come quello che indica il doppio standard della propaganda anti-israeliana. Il pensiero è questo, espresso nel più semplice e ingenuo dei modi: ma perché ce l’hanno tanto con noi? Che cosa gli abbiamo fatto? Qual è la ragione di tanto odio? Mi ha colpito ieri di nuovo, questo pensiero, con più forza del solito, perché la scena non era il web, ma la pubblica via e non si trattava solo di parole che è facile scrivere nella solitudine del proprio schermo, ma di facce, di urla, di mano stese a percuotere, se avessero potuto – ma la distanza e il cordone di polizia lo impediva. Sto parlando del corteo del 25 aprile a Milano: un bel corteo con parecchia gente, una parte caratterizzata dallo striscione della Brigata Ebraica con tante bandiera bianco-azzurre ma anche americane e inglesi (le sole del corteo, a riprova che pochi si ricordano di quel che è accaduto davvero nel ‘45) donne e uomini, vecchi e bambini, sorrisi, canti, bande, gonfaloni, gente che si ritrova dopo anni. Andando al punto di ritrovo del corteo, ero passato per Piazza San Babila, luogo storico di concentrazione dei fascistelli milanesi, e li ho trovati già lì, dove si concentrano sempre: una ventina, con bandiere siriane (sì della Siria di Assad) e palestinesi (i colori sono gli stessi, solo la forma dei settori colorati e un paio di stelle li distinguono). Ho avuto modo di guardarli bene e anche di ascoltarli parlare, perché il corteo era ancora distante: erano italiani, almeno per la grande maggioranza, non arabi. Dopo un’ora e passa, quando siamo sfilati noi, non si erano mossi, erano ancora lì, sempre una ventina, al massimo una trentina, disinteressati al corteo, alla Resistenza, al 25 aprile, solo in attesa che passassimo noi con le nostre bandiere con la stella di Davide per poterci urlare addosso il loro odio. Stando fuori del corteo urlavano a noi che stavamo dentro “fuori i sionisti dal corteo!”, “assassini, vergogna” e altre lepidezze del genere. Poi immagino che finiti i due minuti di odio siano andati a casa a guardarsi qualche video di terroristi (o di nazisti) che distruggono gli ebrei, del resto chiaramente non gli importava. Violente proteste contro Israele a Milano il 25 aprile da parte di pochi facinorosi Erano pochi e anche abbastanza isolati. Non solo perché le autorità politiche della città, sindaco in testa, hanno sentito il dovere di venire a esprimere la loro solidarietà alle bandiere della brigata ebraica, o per i frequenti applausi che si sollevavano dai marciapiedi al nostro passaggio. E neanche perché eravamo molti più noi e se non ci fossero stati i cordoni di polizia non avrebbero avuto il modo di insultarci impunemente. Ma perché la storia conta e il ricordo della Resistenza riguarda naturalmente il mondo ebraico, come vi ho argomentato ieri, e non certo i nazisti che stanno alle origini dei movimenti palestinisti e panarabisti (compreso il partito Baath cui appartiene il dittatore siriano, avvelenatore di massa). Certamente, la disinformazione funziona anche su Israele e quella gente veniva fuori da radici di estrema sinistra, dunque fra i settori più estremisti del corteo il sentimento dominante non era certo l’amicizia per Israele. Ma che gli ebrei si fossero battuti contro i nazisti nell’Europa Orientale come nella Resistenza italiana e francese e con la Brigata ebraica era un dato difficile da ignorare anche per loro. Noi cantavamo “Bella ciao” e loro insulti razzisti, impossibile non vederlo. Resta il fatto di quell’odio. E’ un odio molto peculiare e personalizzato. Nessuno in quel corteo ce l’aveva in maniera speciale coi fascisti o i nazisti: sì, erano stati nemici, pessima gente; ma è acqua passata. E nessuno odia i macellai che hanno fatto mezzo milione di morti in Siria, coi gas, con le bombe a barile, con tutte le armi concepibili; e neppure i macellai dello Yemen o della Libia, del Sudan e della Nigeria, chi cerca di liquidare i curdi o i tibetani. Ci possono essere delle condanne politiche, ma si sa che il mondo va così. Quell’odio, quelle smorfie sul viso, quei gesti di scherno sono riservati a Israele, anzi in generale agli ebrei, che li conoscono bene: è l’odio che li spinse ad Auschwitz (anche dall’Italia), che li accompagnò sui roghi dell’Inquisizione, che mosse le stragi grandi e piccole compiute per secoli dappertutto: non solo i pogrom polacchi, ma i linciaggi di Siena nel Settecento, le esecuzioni giudiziarie di Trento nel Cinquecento, la distruzione delle comunità inglesi nel Duecento, l’accusa del sangue di Damasco a metà dell’Ottocento e poi Marostica e Kisinev, Worms e Lisbona e Babi Yar e Cordoba (sotto gli arabi) e mille altri nomi e luoghi, milioni di vittime. Le facce erano le stesse, l’odio era lo stesso, solo i pretesti cambiavano. Facce del genere ho visto in pieno illuminato XXI secolo, in pieno progressista corteo del 25 aprile, nella civile Milano: quei giovanotti con la faccia coperta e le mani tese, la voce arrochita dalla rabbia: l’impressione che ho avuto è che, se avessero potuto, se le circostanze storiche fossero state quelle giuste, ci avrebbero messo senza esitare nelle camere a gas o sui roghi. La loro rabbia veniva dall’impossibilità di farci del male. Oggi non se ne rendono conto, probabilmente se qualcuno glielo chiedesse negherebbero, si rifugerebbero nel solito sofisma per cui essere contro Israele non vuol dire essere contro gli ebrei (almeno gli islamisti in questo sono più onesti). Pensano di essere di sinistra, progressisti, rivoluzionari, si considerano mossi dai più nobili motivi. Ma sono pericolosi. Per questo è importante conoscerli e combatterli politicamente, negare loro i mezzi per mettere in atto l’odio bestiale che riemerge ora, dopo tante diverse incarnazioni nella loro “lotta” contro Israele. Quel che succede quando quest’odio è libero di scatenarsi, l’abbiamo visto, oltre che nella storia, in tanti attentati terroristici degli ultimi anni. A Tolosa, a Parigi, a Bruxelles, a Gerusalemme. Non dobbiamo avere paura di denunciarlo. Ugo Volli, 26 aprile 2017
  • da: Jerusalem on line

  • Un nuovo personaggio

    …il mondo cristiano e non cristiano che, nei secoli, si è ritenuto, e anzi definito, opposto all’ebraismo e dell’ebraismo inevitabile e naturale nemico sta cadendo in pezzi. Pezzi cristiani e pezzi islamici, con un’oscillazione paurosa tra violenza e non violenza, delle religioni orientali. Non c’è più il muro delle grandi religioni che chiudono il ghetto.

    Niente lenisce la solitudine di ebrei isolati nelle colate di lava di un mondo che brucia. Ma resta la forza di avere sperimentato a lungo quella solitudine, studiandola, esplorandola, conoscendola. Il lungo training (“sì, sono ebreo”), in condizioni sempre estreme, ha creato un nuovo personaggio nella cultura e nell’organizzazione del mondo a pezzi: l’ebreo come specialista, presente quasi sempre nei gruppi che cercano e progettano la via di fuga dall’autodistruzione in corso, e sanno come farlo.

    Non sarà più così facile farne a meno.

    Furio Colombo

  • L’INDIFFERENZA

    L’INDIFFERENZA  (IlanHalimi) Perché “L’indifferenza uccide” non è un azzeccato slogan di Pubblicità Progresso, bensì una drammatica verità: l’indifferenza, meno di settant’anni fa, ha permesso che sei milioni di esseri umani innocenti fossero condotti al macello, l’indifferenza ha permesso di ignorare migliaia di treni che partivano pieni e tornavano vuoti, l’indifferenza ha permesso, a poche centinaia di metri di distanza, di ignorare l’odore di migliaia di tonnellate di carne umana bruciata; e la stessa indifferenza ha permesso oggi che un ragazzo fosse torturato e ucciso nel cuore di una grande città, ha permesso di ignorare le sue urla strazianti, ha permesso di dimenticare un “mai più” solennemente giurato e mai onorato.” (da “24 giorni. La verità sulla morte di Ilan Halimi). Barbara Mella, Elena Lattes.

  • L’URLO DEI DEBOLI

    Per comprendere le dozzine di attentati terroristici che hanno colpito il mondo occidentale negli ultimi anni (per non parlare di quelli compiuti in Africa, in Medio o Estremo Oriente) basterebbero tre parole: urlava “Allah Akbar”. Odio, violenza, superstizioni, razzismo, misoginia, profonda ignoranza. L’urlo dei deboli, di chi ha una paura fottuta di vivere in un mondo libero ed è talmente egoista e vigliacco da pretendere che anche gli altri si adeguino al suo stile di vita perdente. È l’incapacità di ragionare con la propria testa, delegando qualunque decisione – persino le più intime – ad un libello dettato da un analfabeta 1400 anni fa. Conforto, protezione, speranza, sicurezza, serenità, un senso a ciò che si fa. Queste sono alcune delle cose che una persona, credo, cerchi in una religione. L’islam è in grado di offrire tutto ciò? Roberto Giovannini (da Facebook, 1 novembre 2017)

  • The palestinians’ qualifications for becoming a member of Unesco (Jerenberg.blogspot)

  • MALAFEDE, FALSITA’, ODIO

    …quanta malafede, quanta falsità, quanto odio, quanto marciume, quanto putridume ci vuole, da parte di politici e giornalisti, per gridare alla strage da parte dell’esercito israeliano, alla carneficina, al bagno di sangue, per invocare inchieste e sanzioni, per chiamare nazisti gli israeliani e non chi, oggi come ieri, dei nazisti persegue lo stesso identico programma contro lo stesso identico obiettivo? Barbara Mella

  • My Star of David

  • L’Unesco e Gerusalemme, una ferita per l’umanità

    Riguardo alle delibere Unesco e Onu sull’importanza di Gerusalemme per Ebraismo, Cristianesimo e Islam, si vorrebbe pensar bene. Invece, circa il Monte del Tempio, i nomi appaiono solo in arabo e la pregnanza spirituale riconosciuta è solo islamica. Inoltre, compaiono   riferimenti unilaterali alle violenze da parte ebraica, senza menzione alcuna circa i terroristi islamici e le efferatezze di cui, da sempre, sono vittime gli israeliani. Uno sguardo, infine, ai Paesi firmatari, per lo più islamici, molti dei quali non democratici, almeno per come è inteso in Occidente tale aggettivo; Paesi in cui è sconsigliabile e pericoloso appartenere a minoranze religiose (pena sottomissione o persecuzione), essere donna o gay. La domanda è semplice: il Monte del Tempio è un sito solo islamico? Il muftì di Al-Aqsa, M. A. Hussein, sostiene addirittura che non sia mai esistito alcun Santuario sul Monte del Tempio, ma solo una moschea. Da sempre! E così, nella dichiarazione Onu-Unesco, la passata e presente memoria ebraica del Tempio scompare, nonostante Salomone, Erode, l’ebreo Gesù di Nazareth che vi pregò e i Romani che lo distrussero; nonostante migliaia di ebrei abbiano nei secoli successivi, non appena veniva concesso loro, continuato a recarvisi e a pregarvi; nonostante Karl Marx si sia lamentato per come i musulmani colà affliggessero gli ebrei; nonostante Freud, Einstein, Wiesel, Levinas, Buber e tanti altri (in teoria molto amati dagli occidentali); nonostante Shimon Peres, per cui i governanti italiani hanno versato lacrimucce. Meno male che, prima che della pace, Peres si preoccupò della sicurezza di Israele! La preghiera alla Spianata è riservata ai musulmani, che l’hanno interdetta a cristiani ed ebrei (a differenza del Muro, accessibile a chiunque). Perché alcuni ebrei potessero pregarvi, è stato necessario proteggerli con l’impiego di militari. Assieme ai check-point per contenere gli attentati e agli studi biblico-archeologici in loco, che — quale stranezza! — rinvengono reperti della storia ebraica, questi sarebbero i crimini degli israeliani controllanti il sito. E che dire del luogo (Hebron) ove sono sepolti Abramo, Isacco e Giacobbe — i Patriarchi del popolo ebraico — , definito con nomenclature solo islamiche? Dietro alla clamorosa infamia politico-ideologica perpetrata, dimora un assunto teologico che i Paesi musulmani firmatari non dichiarano: secondo la loro tradizione religiosa, Abramo avrebbe legato sul Monte Moriah Ismaele e non Isacco, e la Bibbia, alterata a loro avviso dagli ebrei, risulterebbe falsa e ogni pretesa ebraica, dunque, illegittima. La Bibbia precede di secoli il Corano e la storia ebraica e cristiana, come pure ellenistica, romana e bizantina, narra ben altri fatti, comprovati peraltro da testimonianze archeologiche e filologiche. Per il muftì, invece, c’è la moschea dall’origine del mondo! Questo è il cul de sac in cui ci troviamo: la necessità di garantire degna libertà di culto a tutti e drammatiche omissioni più chiare di mille parole, almeno per chi sa leggerle. A peggiorare le cose, ecco i Paesi europei (Italia inclusa), con la morale astensionistica (anzi anti sionistica!), con cittadini musulmani da ingraziarsi più numerosi degli ebrei, con i ricatti economici dei Paesi islamici e, prima di tutto, con un’assordante pusillanimità culturale e morale. E i cristiani europei, i rappresentanti e le forze politiche dove sono? È nobile e doveroso l’impegno per la pace (che noi ebrei condividiamo). Ne consegue che è parimenti nobile e doveroso affrontare il reale con le sue difficoltà e spigolature: tacere sulla santità e significanza del Monte del Tempio per gli ebrei, è tacerlo anche in relazione al Cristianesimo. Anzi, negando agli uni ciò, lo si nega ai secondi, facendone rovinare a terra l’edificio religioso e simbolico. Ma anche da questi pulpiti silenzi e buonismo imperante. Dissimulato marcionismo di ritorno? Devo dedurre che il dialogo ebraico-cristiano è stato ed è una farsa? La storia attesta che, quando dominata da cristiani o musulmani, Gerusalemme spesso risultò inaccessibile ai due restanti monoteismi. Pur con difficoltà e limiti, è divenuta città accogliente qualunque pellegrino (come pure chi non ha fede) solo da quando c’è lo Stato di Israele, e questo è un dato incontrovertibile. Se si può negare il riferimento specifico fondamentale e fondante del Monte del Tempio all’Ebraismo e agli ebrei, si può negare tutto, radicalmente, e cancellare, dopo la storia e le sue evidenze, gli esseri umani. Negazionismo sub utraque specie . E può accadere ovunque e non solo agli ebrei! Israele si conferma necessario e indispensabile freno a tale abominio, ed è doveroso l’appoggio dei Paesi liberi, altrimenti in contraddizione con loro stessi. Infine, se l’Italia non è riuscita a essere ferma su questo (sconfessando Spadolini e altri), mi chiedo come possa essere un credibile «agente di pace» in Medio Oriente. Da superstite della Shoah, da italiano e da ebreo, dinanzi a tale sì vile e infamante astensione, ritengo che, signori politici italiani, alle Giornate della Memoria e della cultura ebraica, dovreste starvene a casa vostra e non nausearci con discorsi melensi e ipocriti, per di più postumi, sconfessati dalle vostre stesse pratiche. Rav Giuseppe Laras, 20 ottobre 2016

  • L’Alfabeto sulla Stella di Davide

  • dal sito: LabarbadiAronne.com

  • Su “Orange and yellow” di Mark Rothko

  • Ricordo

    Cari amici,
    oggi è il Giorno della memoria e una legge dello stato, che viene addirittura da una deliberazione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ci impone di ricordare. Ricordare che cosa? L’apertura del campo di Auschwitz avvenuta il 27 gennaio del 1945, che segnerebbe simbolicamente la fine del genocidio degli ebrei. Ho le mie riserve, penso che la Shoà non sia finita allora e che per certi aspetti importanti si cerchi di continuarla ancora oggi, ma obbedisco. Ricordo. Non però solo quel che vogliono loro. Non solo che qualche ebreo ce l’ha fatta ad uscire dall’inferno.
    Ricordo che gli ebrei erano stati rinchiusi nei campi senza grandi opposizioni della comunità internazionale, che le notizie che giravano sullo sterminio fin dal 1942 erano state occultate al pubblico internazionale e in particolare americano dall’amministrazione Roosevelt con la complicità della stampa anche quella di proprietà ebraica come il New York Times. Ricordo che i fuggitivi dal genocidio erano stati respinti da tutti i paesi del mondo e che in particolare la Gran Bretagna era stata attiva a impedire in tutti i modi e soprattutto con le armi il tentativo delle vittime di trovar rifugio in terra di Israele. Ricordo che a parte pochissimi esempi nel mondo come Danimarca Bulgaria e Marocco i governi europei erano stati solerti nel consegnarli ai loro carnefici.
    Ricordo che la popolazione civile, anche quella italiana, aveva in grande maggioranza collaborato con le stragi, denunciando gli ebrei, perseguitandoli e depredandoli, prima, durante e anche dopo (per esempio in Polonia) lo sterminio industriale nei campi. Ricordo che questa complicità si era esercitata abbondantemente in Italia, a proposito delle leggi razziste e poi riguardo agli snodi italiani dello sterminio, come la Risiera di Trieste o il campo di smistamento di Fossoli. Ricordo il silenzio di Pio XII, che da decenni la Chiesa cerca invano di scusare senza rilasciare i documenti di quegli anni (ma ricordo anche i buoni cristiani che agirono secondo coscienza salvando chi poterono).
    Ricordo il trattamento indegno che i sopravvissuti ricevettero tornando a casa, per esempio in Olanda; ma anche gli ammonimenti di Croce e Merzagora perché le vittime non esagerassero chiedendo indietro quel che era stato loro sottratto durante le persecuzioni. Ricordo le violente e sanguinose espulsioni degli ebrei dai paesi mediorientali in cui vivevano da secoli e secoli, prima dell’invenzione dell’islam. Ricordo le guerre, il terrorismo, i massacri con cui gli arabi cercarono di impedire la nascita di Israele e di distruggerla dopo la sua costituzione. Ricordo l’alleanza degli arabi e in particolare del movimento palestinista con Hitler. E ricordo pure che quando Netanyahu ricordò questa semplice verità, fu sottoposto a un pubblico linciaggio, cui contribuirono gli utili idioti della sinistra ebraica.
    Ricordo che le Nazioni Unite, che ci dicono oggi di ricordare, debbono farsi dimenticare il voto con cui dichiararono che il sionismo – il movimento nato per realizzare la salvezza degli ebrei dallo sterminio restituendo loro la patria da cui erano stati violentemente espulsi – era una forma di razzismo. E ricordo che con quella mozione le Nazioni Unite, il suo consiglio per i diritti umani, la sua sezione culturale UNESCO, e molti altre sue articolazioni, dovrebbero ricordarsi di cancellarne le altre centinaia con cui hanno cercato di colpevolizzare ed eliminare simbolicamente Israele. Ricordo anche che la loro articolazione operativa in Israele e dintorni, l’UNRWA, ha appoggiato in tutti i modi i terroristi, ha ospitato nei suoi edifici i loro depositi d’armi, i loro comandi, i loro cecchini, salvo lamentarsi del fatto che l’esercito israeliano rispondeva al fuoco; e ha messo a disposizione le sue scuole per la diffusione dell’ideologia antisemita e genocida del palestinismo. Ricordo che l’Unione Europea, dove si celebra maggiormente il giorno della memoria, sta riproducendo la mossa nazista della stella gialla marcando i prodotti della Giudea e Samaria, in evidente preparazione di un boicottaggio, anche se ipocritamente nega questa intenzione; ricordo che il suo parlamento e molti parlamenti degli stati membri hanno riconosciuto la “Palestina”, uno stato inesistente il cui solo senso è di cercare di realizzare una nuova Shoà contro Israele. Ricordo che i fondi europei finanziano gli stipendi che l’Autorità palestinese paga ai terroristi, pagano le Ong che preparano provocazioni e danno soldi agli arabi per fare disordini, sono usati per violare la legge israeliana e aiutare a stringere l’assedio terrorista a Israele.
    Ricordo infine che l’altro ieri Renzi e Mattarella, ieri il papa hanno ricevuto con tutti gli onori il capo di uno stato ufficialmente negazionista, che propaganda come sua missione storica la distruzione dello stato di Israele, cioè l’Iran. In quel momento si sono dimenticati di tutte le loro parole sul diritto di Israele a esistere, come oggi si dimenticheranno le cordialità che si sono scambiati con chi vuole eliminare lo stato di Israele (e cioè gli ebrei) dalla faccia della terra. Ricordo la loro doppia dimenticanza, prometto di non dimenticarla.
    Ricordo molte altre cose, che non ho il tempo di dire qui. Ma tutto questo ricordo mi basta per sapere quanto c’è di falso e di ipocrita in questo Giorno. Magari a qualcuno, che non sa, servirà a conoscere qualcosa dei crimini antisemiti che fanno parte dell’identità europea, come di quella islamica. Ma non basta.
    Ugo Volli, 27 gennaio 2016

     

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