Non abbandono la lettura di Samuel Usque ma faccio spazio nella mia libreria a quest’ altro libro di Fiamma Nirenstein, “Il Califfo e l’ Hayatollah”, in cui l’autrice affronta il problema del terrorismo, di come noi occidentali ci poniamo di fronte ad esso, tendendo a sottovalutarne il pericolo e a considerarlo un fenomeno momentaneo, passeggero. È sbagliato, afferma la scrittrice.
1996: attentato alle Khobar Towers. L’edificio di otto piani ospitava il personale del 4404 Stormo dell’aviazione americana.
Ciò che leggerete in questo libro è come la morsa combinata del Califfo e dell’Ayatollah, che rischia di stritolare l’Europa e gli Stati Uniti, muova, per così dire, da buone ragioni, molto ben motivate e precise; e come le azioni terroristiche compiute nel mondo – per esempio, l’eccidio al centro ebraico di Buenos Aires che nel 1994, tramite gli hezbollah, l’Iran si diede la pena di orchestrare, o quello di Burgas in Bulgaria nel 2012 contro dei turisti israeliani o, ancora, l’attentato dinamitardo del 1996 in Arabia Saudita, alle Khobar Towers, dove risiedeva personale militare straniero o, passando dall’ Isis, le decapitazioni degli occidentali e le stragi in massa degli sciiti, la riduzione in schiavitù delle donne cristiane e yazide, le crocifissioni dei nemici dello Stato Islamico, le esecuzioni degli omosessuali- siano parte di una fredda pianificazione che si è perfezionata nel tempo.
+++++++
Fiamma Nirenstein, Il Califfo e l’Hayatollah