Liberato dalla prigionia in Siria, nel settembre 2013, il giornalista Domenico Quirico scrive un libro e inizia a segnalare il progetto di califfato di cui è venuto a conoscenza. Viene, anche in maniera sgarbata, accusato di islamofobia: sciocchezze di un emiro, si tratta della solita guerra tra sunniti e sciti, cosa c’entra il califfato? Invece la creazione subdola del Noi procedeva a velocità impressionante. Al prezzo evidentemente della individuazione di un Loro. Quante volte è accaduto? Ariani contro ebrei, hutu contro tutsi, serbi contro bosniaci e croati, veri musulmani contro miscredenti. L’impurità da lavare subito. Il criterio identitario definisce tutto: e schiaccia gli individui. Il totalitarismo islamista era nato, silenziosamente, senza che lo vedessimo crescere accanto a noi.
Domenico Quirico, giornalista, reporter per il quotidiano torinese La Stampa, caposervizio esteri. È stato corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Si è interessato fra l’altro degli avvenimenti sorti a partire dal 2010-2011 e noti come Primavera araba.
Milioni di uomini ogni giorni rendono obbedienza al califfato, applicano le sue regole e pregano nelle moschee secondo riti rigidamente ortodossi.
…la Parola sibila nei caffè delle nostre periferie, nelle celle delle prigioni, su Facebook.
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Domenico Quirico, Il Grande Califfato