Fulvio Giannetti si propone nella “Lettera per un amico cristiano” di difendere gli ebrei da quell’ accusa di deicidio che tanto spesso è stata rivolta contro di loro.
Le testimonianze di coloro che accusano Gesù di bestemmia, afferma Giannetti, sono probabilmente false; nessuna condanna a morte viene emessa dal Sinedrio. Il gran sacerdote Caiffa tenta di far ragionare Gesù prospettandogli il pericolo che correrà di fronte a un tribunale romano.
Condotto nel Praetorium, Gesù è accusato di lesa maestà, accusa che prevede la condanna a morte.
Giotto, Cristo davanti a Caifa, Cappella degli Scrovegni. Padova
Non ci sono testimoni del processo. Sia la condanna a morte, sia l’esecuzione avvengono secondo la giurisdizione romana.
Nel tragitto della via dolorosa in Gerusalemme che conduce al Golgota, non vi sono ebrei che affliggono Gesù, anzi Simone Cireneo corre persino in aiuto del Cristo caduto sotto la croce e, sfidando gli ordini crudeli dei romani, la porta egli stesso.
Il legame dunque tra la vittima e il carnefice, tra la passione di Gesù, come vittima di Roma e quella del popolo ebraico come vittima della storia persiste fino alla Shoà.
Difatti l’ antisemitismo del passato, oggi si maschera da antisionismo. Lo Stato di Israele viene presentato dai mezzi di informazione sotto un aspetto spesso negativo, quale razzismo, colonialismo, apartheid.
Tutte menzogne!
Israele in realtà è una democrazia compiuta che deve subire ingiustamente “la gogna mediatica” della stampa mondiale.
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